Tempio Ducale dell’Annunziata


Chiusura temporanea a causa dei danni provocati dal terremoto


Secondo un racconto leggendario, il tempio della SS. Annunziata sorse al posto di una chiesina e di un ospedaletto più antichi, intitolati a S. Maria de’ Vignali, nei cui paraggi si sarebbe posata una piccola icona mariana scappata da casa di un bestemmiatore: di qui il titolo di ‘Madonna della bestemmia’ riservato poi all’immagine, risalente credibilmente all’inizio del XV sec. e raffigurante su fondo oro la Vergine con Bambino ed i santi Antonio abate e Giacomo.

La costruzione della chiesa è legata ad una leggenda, che vuole che nel 1494 un’immagine della vergine annunciata, proveniente dalla casa di un bestemmiatore, sia stata vista predire gravi sciagure per Camerino. La tradizione popolare vuole che, nei pressi del luogo del ritrovamento dell’immagine, Giulio Cesare da Varano faccia iniziare l’edificazione della chiesa. L’interno è diviso in tre navate da colonne in arenaria di stile corinzio: nell’ultima cappellina della navata sinistra si conserva un affresco del 1508 col Battesimo di Cristo attribuito alla scuola del Perugino. La presenza del portale trecentesco in facciata, fa pensare che la chiesa sia stata edificata su una preesistenza.

Dell’icona, sottratta nel 1968 al tesoro di S. Venanzio dove si conservava a partire dalla ricostruzione della omonima basilica (1875) e dalla definitiva cessione al demanio del tempio, resta purtroppo un’unica foto in bianco e nero di qualità non eccelsa. Camillo Lili, il maggiore storico di Camerino, riferì l’evento miracoloso e l’avvio della costruzione al 1494: documenti recentemente emersi anticipano l’avvio di un biennio almeno.

Giulio Cesare Varano, massimo dinasta del ‘400, sarebbe stato indotto ad assumere l’onere maggiore della costruzione dalla speranza di esorcizzare predizioni oscure – e non di meno inquietanti per la città e la famiglia signorile – fatte dall’icona in lacrime ad una pia donna e dal desiderio di disporre del patronato di un intero splendido tempio, utile a celebrare, oltre che il culto di Dio e della Vergine, i fasti della famiglia. La presenza in quegli anni a Camerino di Baccio Pontelli al servizio del Varano e le strette affinità fra il tempio camerte e Santa Maria di Orciano di cui è certa la paternità dell’architetto, inducono a ritenere l’edificio opera del fiorentino (1450 c. – post 1500), ritenuto autore anche del coevo cortile del palazzo ducale di Camerino. Cade così definitivamente la paternità di Rocco da Vicenza, avanzata sulla affinità fra il tempio camerte e quello sanseverinate di Santa Maria del Glorioso da questo realizzato, ma eretto più tardi e ripreso da quello camerte.

Testimonianze coeve riferiscono che nel corso della cerimonia di fondazione Giulio Cesare sotterrò due scudi d’oro agli angoli dell’edificio, secondo un rituale antico e raro nel XV sec. ma carico di richiami classici e denso di simbologie. La realizzazione della fabbrica (1493-1508 c.), portata avanti da maestranze locali, è discontinua. Il breve dominio di Cesare Borgia (1502-1503) interrompe la costruzione della chiesa che è successivamente ripresa da Giovanni Maria da Varano, l’unico figlio di Giulio Cesare scampato all’eccidio voluto dal Borgia.

L’edificio fin dal 1508, fu affidato ai Padri Fiesolani di San Girolamo che la mantennero fino al 1669, quando subentrarono i Barnabiti. Passato al demanio pubblico con le soppressioni successive all’unità d’Italia, fu adibito agli usi più disparati: fu filanda per la seta, deposito di scotano, sede della Pinacoteca civica, granaio e sede di Archivio di Stato.

Non sappiamo quale facciata il Pontelli riservasse all’edificio: sul fronte a capanna fu sistemato un inadeguato ed anacronistico portale trecentesco – forse proveniente dalla demolita chiesa di S. Maria dei Vignali – in pietra bianca e rosa, con arco a tutto sesto strombato sorretto da tre colonnine per lato (due a spirale la centrale scanalata), pallida immagine di quello splendido della vicina basilica di San Venanzio. Il portaletto è sormontato da un grande scudo vaiato in arenaria bianca che riporta l’iscrizione lO.MA.PM.DUX (Giovanni Maria Primo Duca). Fu infatti il primo della famiglia da Varano ad essere investito nel 1515 del titolo ducale che viene così trasferito anche all’edificio sacro denominato ‘Tempio Ducale’. In esso Giovanni Maria e sua moglie Caterina Cybo si riservarono una cappella, dedicata ai Santi Crisante e Daria, dove si fecero raffigurare insieme a molti membri della corte.

L’interno, a tre navate divise da due serie di colonne monoliti in arenaria che poggiano su alti plinti, è splendido ed inconsueto: realizza un esempio ‘Hallenkirche’, rarissimo in Italia e appena meno inconsueto nell’Europa del nord, dove appunto si creò la denominazione di ‘chiesa-sala’. I capitelli, diversamente decorati ed ornati con stemmi ed emblemi varaneschi, sono simili, ma più curati di quelli del cortile del Palazzo Ducale. Le volte a crociera della copertura si impostano sui capitelli sormontati da frammenti di trabeazione e si agganciano ai muri perimetrali con peducci, richiamando ancora una volta lo schema compositivo della loggia del Palazzo. Le tre navate terminano con absidi semicircolari. Il pavimento dell’abside principale, leggermente sopraelevato, è decorato con lo stemma vaiato dei da Varano, realizzato ad intarsio con pietre nere e bianche. Nei muri perimetrali, a destra e a sinistra, restano le nicchie poco profonde ed irregolari ad arco a tutto sesto destinate a contenere gli altari.

Della decorazione pittorica rimane a vista solo un affresco datato 1508, posto nell’ultima cappellina della navata sinistra ove si legge l’iscrizione PETRI NANZARELLI CIVIS CAMERS IMPENSA SACELLUM ISTUD IN ONOREM B. JOANNIS B. DEPICTUM FUIT MDVIII QUINTILI MENSE MEDIO. Attribuito alla scuola del Perugino, il dipinto – che raffigura il Battesimo di Cristo – è stato poi ascritto a Marchisiano di Giorgio, un artista di origine slava che ha lasciato varie opere fra Camerino, Tolentino, Sarnano ed altri centri della zona. L’affresco, di chiara matrice peruginesca, raffigura, sotto l’emiciclo con Dio padre circondato da cherubini e da due angeli oranti disposti simmetricamente, il Battesimo di Cristo con a lato quattro angeli di cui due in piedi e due inginocchiati. L’affresco è molto prossimo a quello conservato nella chiesa della Nunziatella a Foligno, forse del 1506-07, ed attribuito proprio al Perugino.

L’impianto della chiesa della SS. Annunziata, considerata dagli esperti tra le più belle d’ogni epoca realizzate in Regione, trova dei collegamenti con modelli dell’area adriatica tra Ravenna e Venezia: lo schema longitudinale con le absidi, le colonne e l’assenza della cupola richiamano modelli basilicali tardoantichi e altomedievali sopravvissuti in quella ristretta zona.

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